martedì 31 gennaio 2023

La Candelora e Imbolc fra sacro e profano

 Nella tradizione cristiana il 2 febbraio si celebra la "Candelora", ovvero la Purificazione di Maria Vergine e la Presentazione di Gesù al Tempio, avvenuta 40 giorni dopo la nascita, come prescritto dalla legge di Mosè e narrato nel Vangelo di Luca .

In questo giorno si benedicono le candele ,  simbolo del ritorno della luce incarnata da Gesù Cristo e si celebra la Purificazione di Maria dopo il parto.

Nella notte fra il 31 gennaio e il 1 febbraio i celti  celebravano invece la festa pagana di Imbolc, che nella ruota dell’anno segna il punto intermedio tra l’inverno, ormai al suo declino, e l’imminente primavera. Il termine Imbolc riassume il significato di " Imb-olg", nel sacco” ovvero “nel grembo, con riferimento simbolico al risveglio della natura e  al grembo della Madre Terra e con  riferimento letterale alla futura nascita degli agnelli, nuova fonte di cibo e ricchezza, con quello  di "Imb-folc “,grande pioggia o anche “festa della pioggia". Questi giorni dell'anno rappresentano simbolicamente il transito dal “periodo oscuro”, caratterizzato dal freddo e dal buio dell’inverno, alla rinascita della natura in primavera.

Le  giornate si allungano progressivamente e anche se la stagione invernale è al suo culmine, sentiamo  che qualcosa sta cambiando.

Gli  antichi erano molto attenti  ai mutamenti stagionali perchè ne condizionavano la sopravvivenza. Questo era infatti il periodo dell’anno più difficile, le riserve alimentari accumulate per l’inverno cominciavano a scarseggiare e  il ritorno della primavera era accolto con gioia e celebrazioni. 

La pianta sacra di Imbolc era il bucaneve, un fiore che sboccia  nella neve e il cui colore bianco richiama  la luce e la purezza.

Imbolc è inoltre una delle quattro “Feste del Fuoco perchè l’accensione rituale di fuochi e falò ne era una caratteristica essenziale. In questa festa infatti si celebrava  la Dea della Luce Brigit. dea celtica del Fuoco, patrona di poeti, fabbri e guaritori. 

Il suo  nome deriva da “breo”, fuoco, come il fuoco della fucina che si univa a quello dell’ispirazione artistica e dell’energia guaritrice. Brigit era una divinità così importante nella tradizione pagana che la chiesa cattolica, quando divenne il culto dominante, dovette canonizzarla come Santa Brigida, personaggio di fatto mai esistito ma le cui  caratteristiche coincidono  con quelle della Dea.

Anticamente le sacerdotesse della dea erano addette a mantenere dei fuochi sempre accesi nei luoghi di culto, e questa tradizione venne mantenuta per molti secoli dalle suore nei monasteri  in onore della Santa.
In questo caso  Giunone rappresenta  la Fertilità, mentre Fauno, Luperco, il dio romano metà uomo e metà cervo, rappresenta l’energia maschile fecondante.  
Grazie alla  loro unione le nevi si sciolgono e la natura rinasce in primavera.


 Anche le origini dei rituali legati alla Candelora sono situate nelle antiche celebrazioni italiche legate alle divinità romane. Nella tradizione di Roma antica, o dei Gentili, la festività porta il nome di Lupercalia ed è consacrata Giunone o al Dio Fauno. Giunone rappresenta la moglie e la madre per eccellenza.  Secondo la leggenda, ella donò la fertilità alle donne romane, divenute tutte improvvisamente sterili, grazie ad un rito  con il fuoco, in seguito ripetuto ogni anno  durante i Lupercali .


 






 






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